lunedì 31 gennaio 2011

La prova del fuoco

Da anni sentiamo nei convegni sul trasporto il mantra secondo cui l'Italia sarebbe la "piattaforma logistica del Mediterraneo". Che geograficamente siamo un enorme molo naturale proteso nel mare è evidente, così com'è evidente che in alcuni momenti della nostra storia abbiamo saputo sfruttare questa posizione. In altri momenti, invece, ci siamo ritirati tra le sicure valli, lasciando le coste alle paludi ed i porti sotto il controllo di potenze straniere. E oggi, come siamo messi? Non è chiaro, purtroppo. A parte i proclami, l'Italia non sembra avere una strategia coerente con la sua ambizione di piattaforma mediterranea. La cronaca recente pone in evidenza due esempi. Il primo è la crisi del transhipment a Gioia Tauro, che fino a poco tempo fa era lo scalo leader, mentre oggi si parla addirittura di un suo ridimensionamento a gateway regionale. Da tempo, gli operatori chiedono una legge specifica per il transhipment italiano, che ora diventa veramente urgente. Ma non è affatto chiara quale sia la strategia del Governo su questo tema, tra promesse di sostegno al porto calabrese ed interesse verso nuove megastrutture nell'Adriatico settentrionale.
Questo per quanto riguarda le rotte intercontinentali dedicate ai container. Ma la cronaca coinvolge anche gli scambi bilaterali con il Nord Africa, che negli ultimi anni stanno crescendo in volume e valore. Le rivolte stanno divampando in due Paesi fondamentali per i traffici mediterranei, la Tunisia e l'Egitto. Lo dimostrano, per esempio, i recenti accordi bilaterali siglati tra Roma ed il Cairo proprio sul trasporto di merci e sulla logistica. L'Italia, quindi, ha grandi interessi e dovrebbe diventare il punto di riferimento per indirizzare la transizione (che necessariamente dovrà avvenire) in questi Paesi. Ma anche in questo caso, sembra mancare la convinzione di voler diventare protagonisti: nei primi giorni della rivolta egiziana, la Farnesina è stata muta (forse perché la sua attenzione era rivolta a vicende avvenute sulla sponda opposta del Mediterraneo) e solo dopo una settimana sono apparse alcune dichiarazioni, peraltro generiche.
Gioia Tauro e l'Egitto sono i segnali che in questo momento l'Italia sta giocando le sue carte per diventare veramente il punto di riferimento nei trasporti tra bacino mediterraneo ed Europa. Trascurare queste occasioni significa perdere una partita fondamentale per la nostra logistica.

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