lunedì 8 febbraio 2010

Ma dove sono i trasportatori?

La domanda sorge spontanea dopo la presentazione dell'ennesimo ambizioso progetto sul trasporto italiano, ossia la piattaforma logistica del Nord-Est sponsorizzata da Unicredit ed appoggiata dalla Regione Friuli Venezia-Giulia e dallo stesso Governo. Come spesso avviene, la presentazione del progetto è stata accompagnata da dichiarazioni epocali sul rilancio del trasporto e da cifre strabilianti (in questo caso, tocchiamo i quattro milioni di teu), ma con poche analisi di mercato e, soprattutto, senza dettagli concreti. O meglio gli unici dettagli che sono finora apparsi sono quelli che riguardano le opere edili. Ma una cosa è chiara e sembra ormai stabilita: i protagonisti dell'operazione. Che sono i soliti: banche, imprese di costruzione e gestori di grandi infrastrutture di trasporto (leggi autostrade e aeroporti). Non c'è traccia di chi muove la macchina, ossia gli operatori del trasporto, neppure attraverso gli organi istituzionali come l'Autorità portuale o le associazioni imprenditoriali. Per l'ennesima volta, il trasporto italiano subisce le scelte dei grandi costruttori e dei politici, che giocano al risiko del trasporto secondo propri interessi economici e personali. In Italia, abbiamo avuto una sola eccezione, quella di Contship, impresa che non a caso è poi finita nelle mani di un gruppo estero. E proprio da tale gruppo (Eurogate) viene l'esempio di come la collaborazione tra pubblico e privato dovrebbe funzionare. Parlo dell'intesa sulla realizzazione di terminal interni per i porti della Germania settentrionale, siglata tra Eurogate e HHLA (che appartiene alla municipalità di Amburgo). In questo caso, le banche finanzieranno un programma già predisposto dagli operatori del trasporto ed i costruttori faranno il loro mestiere: ossia far girare le betoniere e non stabilire le strategie nazionali ed internazionali sulla mobilità delle merci.